UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE DI PRODUTTORI PER LA FRUTTA IN GUSCIO IN CAMPANIA: NASCE LA OP CERERE SOC. COOP. AGRICOLA

0

Incontriamo Riccardo Calcagni, Presidente della Cerere Soc. Coop. Agricola, una realtà significativa nel settore della produzione della frutta in guscio della Campania e che ha recentemente ottenuto il riconoscimento come OP CERERE.

Ci può raccontare la storia della cooperativa Cerere, di cui lei è Presidente, la sua filosofia e le prospettive future?
La Cerere nasce nel 1998 da una idea imprenditoriale di un gruppo di produttori campani, produttori di noci e nocciole, che si sono prefissati l’obiettivo di realizzare produzioni di qualità, conferendo alla V.Besana SpA che risulta essere il principale partner commerciale. Da allora la Cerere è cresciuta arrivando oggi a coprire circa 500 ettari divisi tra le provincie di Caserta, Napoli, Avellino e Salerno, realizzando prodotti con certificato biologico e IGP, ed ampliando la platea sociale anche in Sicilia, dove si producono mandorle. Da quest’anno abbiamo ottenuto dalla Regione Campania anche il riconoscimento come OP CERERE ai sensi del Reg. (CE) 1308/2013.

Per il futuro?
Non ci poniamo limiti, per adesso pensiamo solo a lavorare sodo per offrire ai produttori associati il meglio.

Quindi, quale è il rapporto con i vostri associati? Cosa offrite e cosa chiedete?
Il rapporto con i produttori è semplice e lineare, basato sulla massima fiducia e loro sono consapevoli che la Cerere è nata per far crescere loro. Con i Piani Operativi e la partecipazione ai PSR offriamo premi alla Doppia Raccolta, aiuti all’acquisto di macchine, attrezzature, formazione, assistenza tecnica di personale qualificato. Naturalmente pretendiamo serietà, e fino ad oggi non è mai mancata, ma soprattutto qualità del prodotto e cura nella conduzione dei fondi agricoli.

Che peso date alla qualità del prodotto conferito?
È fondamentale: solo realizzando un prodotto di qualità possiamo spuntare una remunerazione interessante per il socio e per la cooperativa. È questo il motivo che ci spinge a valutare il prodotto a resa e non a peso. Mi spiego meglio: valutiamo il prodotto conferito dai soci solo tramite una resa che ci permette di stimare la bontà del prodotto sgusciato, analizzando quindi la presenza di muffe, di variato, di cimiciato, invece di valutare il prodotto in guscio tal quale. E questo spinge i soci a dare il meglio, perché solo dando il meglio si ottengono risultati che vengono apprezzati sul mercato.

E quindi Lei ritiene che la ricerca della qualità merceologica possa essere una strada per i produttori per mantenere buoni prezzi?
Assolutamente sì. Per poter essere competitivi bisogna fare solo qualità e questa, nel tempo, ripaga gli sforzi.

Che supporto date alle aziende in termini di assistenza tecnica, formazione, ecc. per il raggiungimento degli standard di qualità richiesti?
Tramite la presenza del dott. Alessandro Simeone, che da anni lavora con noi, offriamo assistenza tecnica a tutti gli associati, effettuando un continuo monitoraggio del territorio. Vengono pianificati degli incontri di formazione professionale nelle varie sedi della cooperativa, informati i soci di eventuali novità o informazioni tecniche tramite il servizio di SMS che sta riscuotendo un ottimo successo.

Vi occupate pertanto anche di monitoraggi sul territorio riguardo le avversità e ne divulgate i risultati agli associati?
Certamente. La gestione tecnica è affidata al dott. Simeone che effettua continui monitoraggi sul territorio, analizza i dati delle nostre stazioni meteo, consiglia gli opportuni trattamenti da effettuare e controlla la qualità del prodotto, dando indicazioni ai soci sugli accorgimenti da attuare per migliorare la produzione sia in termini qualitativi che quantitativi.

Noi di Nocciolare siamo molto attenti a questo tema della qualità (anche per la sua ricaduta sul prezzo delle singole partite): ci sembra infatti che si spendano molte energie a ragionare sui prezzi e a fare ipotesi sull’andamento del mercato, ma non altrettante per cercare di migliorare la qualità e le rese produttive. Quale è il suo parere al riguardo?
Condivido pienamente il suo pensiero: se non si pensa a realizzare un prodotto di qualità, oppure a trovare tecniche colturali che migliorino le prestazioni produttive del nocciolo, non possiamo pensare di spuntare prezzi competitivi. È giusto canalizzare le energie che vengono dal mondo della ricerca, dell’industria e dell’agricoltura per puntare verso traguardi che soddisfino tutti gli attori della filiera.

La superficie coltivata a nocciolo va continuamente aumentando in tutto il mondo. I corilicoltori italiani che da sempre sono nel settore si chiedono non senza preoccupazioni se la domanda di nocciole consentirà di assorbire tutta la produzione che si realizzerà quando tutti i nuovi impianti entreranno in produzione. Quale è a proposito la sua opinione?
Senza alcun dubbio si sta assistendo ad un forte ampliamento delle superfici investite a nocciolo anche in Campania, soprattutto nel casertano, dove la crisi della frutta fresca, la presenza di acqua e la disposizione pianeggiante dei terreni stanno inducendo molte aziende a specializzarsi verso la corilicoltura. La richiesta di questo frutto è enorme e penso che la sua continua espansione non possa preoccupare l’offerta.

Copyright: nocciolare.it

 

 

Comments are closed.