Nocciole: produzione italiana in calo. Crescono la Turchia e la Georgia

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Dal vertice Turchia-Ue svoltosi di recente a Ordu (non lontano da Giresun, la città turca neo-gemella di Alba) sono emersi dati interessanti sul mercato e la produzione corilicola internazionale. A livello mondiale, la Turchia conferma la leadership, con una media (dal 2011 al 2015) pari al 65,8 per cento della produzione globale. Nello stesso periodo l’Europa ha coperto il 16 per cento della produzione totale. Se invece si prende in esame l’Europa, è l’Italia a fare la… Turchia. Nel nostro Paese mediamente viene prodotto il 77 per cento delle nocciole del Vecchio continente. Molto distanziate in classifica ci sono Spagna (9,6%) e Francia (7,3%). Queste percentuali dicono che la produzione italiana di nocciole è all’incirca il 10 per cento di quella mondiale.

I dati recenti confermano per il nostro Paese il calo quantitativo stimato nei mesi scorsi. Nel 2016 in Italia sono state prodotte 120mila tonnellate di nocciole; quest’anno la quantità è scesa a 72mila, con una diminuzione del 40 per cento. La Turchia è invece passata dalle 420mila tonnellate di un anno fa alle 675mila stimate per il 2017. Fuori dall’Europa ci sono altre nazioni che stanno crescendo. Tra queste, la Georgia, con una produzione annua di circa 60mila tonnellate, e l’Azerbaijan (50mila). E non vanno trascurate altre realtà emergenti come il Cile (dove la maggior parte delle nocciole è “targata” Ferrero) o Paesi balcanici (Bulgaria, Macedonia, Romania), dove ci sono parecchi impianti non ancora entrati in produzione.

«È difficile dire come reagirà il mercato di fronte a tutti questi nuovi impianti. L’Italia deve puntare sulla qualità. Sui numeri non può competere», osserva Nicoletta Ponchione, vicepresidente di Fedagri, che ci ha fornito i dati del vertice Turchia-Ue.

In Italia la nocciola si sta espandendo anche in aree insolite. Di recente Il messaggero veneto ha parlato di nuovi impianti a San Giorgio di Nogaro, in Friuli, mentre nelle regioni vocate la crescita prosegue. In Piemonte i 5mila ettari di impianti previsti entro il 2020 dall’accordo tra Regione, Ferrero e Ismea siglato a luglio del 2015 sono già quasi stati completati.

Corrado Olocco

Pubblicato 20/10/2017

Copyright: gazzettadalba.it

 

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