Ferrero, il guscio delle nocciole diventa materia prima

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Il colosso dolciario investe nell’economia del riuso

Ferrero utilizza il 32% della produzione mondiale di nocciole

La bellezza di un circolo è che non ha inizio e non ha fine. Se un sistema è in grado di rigenerarsi, allora può garantire una legge fondamentale per la nostra esistenza: la generazione successiva potrà avere almeno lo stesso tenore di vita di quella precedente». Così l’economista francese Jean-Paul Fitoussi spiega le virtù dell’economia circolare, ovvero di quel modello che pone al centro la sostenibilità e propone di riutilizzare le materie, evitando di creare scarti. Un tema in discussione ovunque, che anche una multinazionale come la Ferrero ha deciso di affrontare con importanti investimenti e con ricerche, a partire dal Master di II livello in Scienze e Tecnologie Alimentari per la Nutrizione Umana dedicato a Michele Ferrero e promosso dall’Università di Torino. «Con gli attuali ritmi di crescita demografica e la conseguente richiesta di cibo, il sistema di oggi rischia di non essere più sostenibile», spiega Roberto Menta, direttore nutrizione e sostenibilità di Soremartec, la società del gruppo Ferrero che si occupa di innovazione e ricerca. «Inoltre, si calcola che un terzo della produzione alimentare diventi rifiuto». Dunque, la sfida dell’economia circolare diventa fondamentale per garantire un futuro anche nel food system.

«In Ferrero – dice Menta – abbiamo deciso di impegnarci su questo tema a partire dalla nocciola, la materia prima per la quale siamo leader assoluti, utilizzando il 32% della produzione mondiale per realizzare prodotti come Nutella e Rocher». Il «problema» della nocciola consiste nel fatto che si può utilizzare meno della metà del frutto, in quanto il 55% è composto dal guscio. Uno scarto notevole, normalmente utilizzato come combustibile per produrre energia: un riciclo grezzo e di scarso valore. Ma anche in ciò che finora è stato considerato un rifiuto, può nascondersi un tesoro. «Grazie agli studi avviati con università e centri di ricerca internazionali, abbiamo messo a punto un processo in grado di estrarre dal guscio il 20% di una fibra prebiotica molto interessante, l’Axos, che ha proprietà antiossidanti ed effetti benefici su sistema immunitario, cardiovascolare e sul metabolismo dei lipidi».

Ma non solo. Il colosso dolciario ha scoperto che anche uno scarto come la «cuticola», la pellicina che riveste il frutto, contiene polifenoli altrettanto preziosi nella guerra ai radicali liberi, alle malattie metaboliche e alla degenerazione cognitiva. «A marzo – spiega Menta – presenteremo i risultati di un nuovo studio realizzato con la Cambridge University e l’Università di Parma sugli effetti dei polifenoli contenuti nella cuticola di nocciola sull’elasticità delle arterie». Dunque, il gruppo sta aprendo nuove strade e possibilità al di fuori del settore food, dal cosmetico al farmaceutico, in un’ottica di economia circolare. «Un salto culturale – conclude Menta – che riguarda l’utilizzo delle risorse per creare innovazione e occupazione e che rappresenta la struttura stessa di quella che sarà la trasformazione dei prodotti agricoli e dell’industria alimentare».

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