Aula magna di Agraria affollata a Bologna per il convegno: “Nocciolo: prospettive e sviluppo. Un modello di filiera per l’agricoltura italiana”

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Grande partecipazione di agricoltori, tecnici e ricercatori interessati a questa coltura di grande attualità. L’evento, organizzato da Edagricole presso la Scuola di Agraria e Medicina Veterinaria di Bologna venerdì  scorso 10 marzo ’17, si prefiggeva di fare il punto sulle prospettive di mercato e sulla tecnica agronomica del nocciolo attraverso un confronto tra i diversi protagonisti della filiera.

I lavori sono stati moderati  da Lorenzo Tosi, giornalista di Edagricole.

La relazione introduttiva è stata tenuta da Siviero Sansavini, professore emerito dell’Università di Bologna, il quale, confrontando il trend di crescita della domanda di nocciole da parte dell’industria trasformatrice con  le potenzialità di adeguamento dell’offerta, ha previsto che almeno per un decennio non vi saranno rischi di sovrapproduzione. La condizione necessaria affinchè ciò possa avvenire però è che si punti sulla qualità. A tal proposito è fondamentale la scelta dei siti di coltivazione e delle varietà. Per una  vera rinascita del nocciolo restano da affrontare ancora diversi problemi: le varietà coltivate sono poche, le rese devono essere aumentate, le tecniche colturali devono essere ammodernate, occorre puntare sulla meccanizzazione essendo questa l’unica coltura completamente meccanizzabile, la ricerca e l’assistenza tecnica hanno bisogno  di essere potenziate. Per  fare tutto ciò il prof. Sansavini ha proposto di creare un gruppo operativo di raccordo con le Regioni ed il Ministero delle Politiche Agricole per costituire una organizzazione interprofessionale che si occupi dei problemi della filiera e si faccia carico del coordinamento dei  progetti di ricerca.

Nella seconda relazione il professor Carlo Pirazzoli, del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna,  ha iniziato con l’analisi delle superfici e delle produzioni a livello mondiale e nazionale. La domanda di nocciole è in continuo aumento a livello mondiale e di conseguenza anche le superfici e le produzioni seguono lo stesso trend con l’unica eccezione della Spagna. In Italia il Piemonte è in forte crescita mentre le altre regioni segnano il passo. Il fabbisogno nazionale è coperto per  il 65%, per cui esistono ampi spazi di crescita ma il problema è rappresentato dalla grande volatilità dei prezzi che comunque sono significativamente cresciuti nell’ultimo triennio. Rispetto agli altri fruttiferi il nocciolo è penalizzato dal ritardo di entrata in produzione: i ricavi iniziano al quarto anno e diventano positivi solo a partire dal settimo, richiedendo grossi anticipi di capitale, ciononostante la redditività complessiva della coltura in questo momento è superiore a quella di altri fruttiferi  come il pero ed il pesco.  Comunque la domanda è in aumento e tale resterà per diversi anni, per cui ci sono ampi spazi per la crescita degli investimenti, ma il successo sarà possibile solo se si opererà con professionalità, evitando improvvisazioni, e se si punterà su qualità, tracciabilità e sostegno ambientale. Occorre inoltre dare sicurezza di redditività agli agricoltori attraverso contratti di acquisto seri con l’industria trasformatrice.

La dr.ssa Nadia Valentini, ricercatrice presso l’Università di Torino, ha affrontato la grossa questione della scelta varietale, di fondamentale importanza per una coltura come il nocciolo caratterizzata da un lungo orizzonte temporale degli investimenti.  L’industria dolciaria, che utilizza circa l’80% della produzione, richiede frutti con le seguenti caratteristiche: forma sferica, dimensione media (calibro 12-14 mm), elevata pelabilità, buona resa dello sgusciato, assenza di difetti (nocciole vuote, doppie, raggrinzite, ammuffite, cimiciate), ottimo sapore ed aroma. La piattaforma varietale nazionale è in grado di rispondere adeguatamente a queste richieste, ma occorre migliorarla attraverso un lavoro di miglioramento genetico che da diversi anni  viene portato avanti dalle Università di Torino, di Perugia e di Viterbo. Si è così giunti  alla costituzione di selezioni clonali e di nuove varietà registrate nel recente passato. La relatrice ha poi sottolineato l’esigenza di scelte molto oculate nell’impianto della coltura, destinato a condizionare i risultati per tutta la durata della stessa (da 30 a 40 anni). Occorre utilizzare piantine fornite solo da vivai certificati e controllati, mentre è da bandire  l’uso un tempo invalso di utilizzare polloni radicati autoprodotti. L’orientamento attuale è quello di impiegare materiale monoclonale, di cui inizia ad esserci disponibilità sul mercato vivaistico.  Assolutamente indispensabile soprattutto nelle aree di recente espansione del nocciolo è l’introduzione degli impollinatori nella misura del  5-10%, che devono essere scelti  tra varietà compatibili geneticamente  e per epoca di fioritura con la cultivar principale.

L’economista Giuseppe Liso ha presentato  finalità e modelli operativi del “Progetto nocciola” nato da una iniziativa congiunta di Ferrero ed Ismea per raggiungere l’obiettivo di 20.000 nuovi ettari in Italia nei prossimi cinque anni. L’intento non è solo di aumentare la produzione ma anche di mettere in sicurezza tutta la filiera, garantendo stabilità di remunerazione nel tempo agli operatori.  Le azioni previste sono molteplici ed articolate sia  sul  fronte agronomico (qualificazione del materiale di moltiplicazione, pianificazione dei nuovi impianti secondo vocazionalità pedoclimatica, ricerca, condivisione delle conoscenze tecniche) che su quello economico (valutazioni economiche a livello aziendale e reperimento degli strumenti finanziari).  Il progetto si propone inoltre di favorire le aggregazioni tra i produttori in modo di agevolare  la sottoscrizione di contratti di acquisto di medio e lungo termine, che sono considerati lo strumento indispensabile per ridurre la volatilità dei prezzi e remunerare adeguatamente gli agricoltori.

Nella seconda parte del convegno il dr. Tosi ha coordinato brillantemente una tavola rotonda a cui hanno preso parte rappresentanti di tutta la filiera corilicola: agricoltori (Aldo Gavuzzo), associazioni dei produttori  (Pompeo Mascagna per Assofrutti e Pier Paolo Bertone per Ascopiemonte), industrie trasformatrici (Giuseppe Calcagni per Besana e Fabio Piretta per Ferrero), ricercatori universitari (Roberto Botta  dell’Università di Torino) e Ministero delle Politiche Agricole (Alberto Manzo).

Gli agricoltori temono che con l’estendersi delle superfici il prezzo delle nocciole perda di remuneratività e pensano di mettersi al sicuro puntando sulla qualità, ma non sanno bene in cosa consista e come farla, per cui chiedono al  mondo della ricerca di dare risposte  certe da trasmettere  al mondo produttivo  attraverso l’assistenza tecnica. Le Associazioni dei produttori hanno sottolineato il loro ruolo di strumenti di aggregazione dell’offerta di prodotto per la stipula dei contratti interprofessionali con l’industria trasformatrice e come erogatori di assistenza tecnica ai corilicoltori. Secondo l’industria trasformatrice esistono in Italia le condizioni di vocazionalità e di professionalità per una forte crescita della coltura anche in relazione alla forte espansione della domanda mondiale da parte di mercati emergenti come India e Cina, purchè la produzione sia di qualità.

Il dr. Manzo ha ricordato come esista già uno strumento di filiera che è il Piano del settore corilicolo approvato dal Tavolo di filiera ministeriale. Il Piano per il triennio 2010-2012 ha stanziato 1,8 milioni di euro ed ha consentito il finanziamento di tredici progetti di ricerca, sviluppo e valorizzazione della nocciola. Inoltre anche le regioni possono svolgere un ruolo propulsivo importante attraverso i Programmi di sviluppo rurale.

Secondo il prof. Botta disponiamo già di un buon bagaglio di conoscenze tecnico-scientifiche per  fare produzioni di qualità che però deve essere ampliato attraverso una più stretta integrazione tra i vari gruppi di ricerca nazionali. Inoltre si rendono necessari adeguati finanziamenti sia a livello nazionale che regionale.

Copyright: nocciolare.it

 

 

 

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