Al via la coltivazione su larga scala di nocciole “bio”

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Coldiretti e la cooperativa cesiolina La Fiorita porteranno questi alberi in provincia e insieme arriverà il tartufo

Arrivano le coltivazioni di nocciole in provincia di Belluno. Rigorosamente biologiche. Ad annunciarlo è la Coldiretti che da tempo ormai sta lavorando, anche con la cooperativa La Fiorita di Cesiomaggiore, per portare nel Bellunese questo tipo di pianta, avviando una produzione di rilievo.

Dopo la vite, ecco quindi un altro prodotto che potrebbe cambiare il futuro dell’agricoltura montana, dando seguito alla proposta giunta dalla Coldiretti piemontese.

«La richiesta di produrre nocciole è venuta direttamente dal basso, dal territorio», precisa il direttore della Coldiretti, Michele Nenzi. Sono circa una ventina, ad oggi, le imprese agricole che hanno dimostrato un particolare interesse verso le coltivazione di noccioli.

Si tratta di imprese più o meno grandi in possesso di terreni adatti. Inoltre, un’azienda di Lentiai che produce cioccolata si è già fatta avanti chiedendo di poter acquistare grandi quantitativi di questo frutto per produrre il suo cioccolato.

Quindi sono coltivazioni che rispondono a una richiesta specifica del territorio. «Ci siamo orientati», precisa Nenz, «dopo vari studi e confronti, sulla nocciola delle Langhe piemontesi, che è di forma rotonda. Una cosa non da poco, visto che la lavorazione meccanica diventa più facile se la forma del frutto è regolare. Queste piante saranno importate nel Bellunese per dare origine alla qualità della “nocciola dolomitica” che nascerà da coltivazioni esclusivamente biologiche. Sarà questa la qualità che dovrà essere piantata soprattutto in Valbelluna e nel Feltrino. Sono piante che hanno un’elevata redditività».

La pianta, si sa, necessita di temperature non troppo basse, soprattutto quando si trova nel momento della fioritura e quindi l’area della Valbelluna e in generale della parte bassa della provincia sono ideali. «E lo sono anche dal punto di vista idrico, come dimostra la serie storica del meteo, evitando così la realizzazione di impianti di irrigazione».

Appurato che la nocciola si produrrà anche nel Bellunese, Coldiretti precisa che nelle prossime settimane si svolgeranno degli incontri con la cooperativa La Fiorita per definire meglio quanta e quale sarà la superficie da coltivare.

«Le piante devono essere piantate in autunno: quindi i prossimi mesi serviranno per prenotare le piantine. Il terreno dovrà essere preparato, sistemato, dovranno essere fatti i buchi dove saranno inserite le piante», sottolinea il presidente di Coldiretti, Silvano Dal Paos. «Si consideri che i noccioli iniziano a produrre i primi frutti dopo quattro anni, mentre la produzione effettiva arriverà solo al sesto anno».

Ma la cosa interessante che hanno registrato i coltivatori di nocciole è che nelle aree con queste piante iniziano a farsi vedere anche i tartufi. «Oltre alle nocciole, c’è la possibilità di avere anche questo prodotto particolare che in tutte le zone del mondo ha dei costi molto elevati», conclude

Dal Paos. «Nei prossimi mesi dovremo mettere nero su bianco un disciplinare per regolare le nuove coltivazioni nella provincia di Belluno, affinché tutti i coltivatori seguano le stesse indicazioni e regole. Deve essere una cosa che procede all’unisono».

Paola Dall’Anese

Pubblicato 22/01/2018

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