Produzione di energia con i sottoprodotti della coltivazione del nocciolo e della lavorazione della nocciola.

Le ramaglie ottenute dalla potatura del nocciolo ed i gusci della sgusciatura delle nocciole rappresentano dei materiali molto interessanti sotto il profilo della produzione di energia e come tali possono rappresentare un’importante integrazione di reddito anche per l’azienda corilicola.

Analizziamo insieme le loro potenzialità energetiche. Sia le ramaglie che i gusci, come anche gli scarti della lavorazione delle nocciole, hanno un elevato potere calorifico. Infatti esaminando il loro potere calorifico inferiore, cioè la quantità di calore che si rende disponibile per effetto della combustione completa diminuita del calore assorbito dalla condensazione del vapore d’acqua prodotto dalla combustione, vediamo che per un chilogrammo di ramaglie di potatura tale parametro può variare da 8,82 a 11,34 MJ (da 2,45 a 3,15 kWh) a seconda del contenuto in acqua che può variare dal 28 al 50%, mentre per i gusci e per gli altri scarti della lavorazione, che hanno un basso contenuto in umidità, essendo costituiti prevalentemente da sostanza secca, il valore per chilogrammo rispettivamente è di 19,07 MJ, corrispondente a 5,3 kWh, e di 18,09 MJ pari a 5,02 kWh. In sostanza si tratta di buoni combustibili.

Vediamo gli altri punti di forza ed i limiti di questi materiali come combustibili. Anzitutto costano poco perché sono sottoprodotti inoltre consentono di risparmiare combustibili fossili e rappresentano una fonte energetica ecologica perché non aumentano il livello di anidride carbonica dell’atmosfera. I limiti sono rappresentati dal fatto che sono un prodotto stagionale, quindi non sempre disponibile a meno di stoccarli in grandi volumi; inoltre le ramaglie possono avere un contenuto elevato di acqua e comportano i costi aggiuntivi delle trinciatrici, necessarie per ridurli in chips impiegabili per l’alimentazione continua delle caldaie.

Da studi effettuati dall’IPLA S.p.A. (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente di Torino), e presentati nel 2011, è emerso che, trasformando in energia tutti i gusci e le ramaglie di potatura del nocciolo prodotte in Piemonte, è possibile ottenere oltre 244.000 MWh/anno, pari a circa l’1% del fabbisogno energetico lordo regionale.

Un discorso a parte infine deve essere fatto per le caldaie che devono essere idonee alla combustione di questi materiali altrimenti si possono verificare inconvenienti di varia natura tra cui in primo luogo quelli tecnici con conseguenti fermi macchina e perdita delle garanzie. A questo proposito non resta che rivolgersi direttamente ai costruttori.

Tratto da: Potenzialità energetiche dei materiali di risulta delle coltivazioni corilicole e viticole. Franco Gottero e Diletta Pizzo, Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente – IPLA S.p.A. Torino – Fiera della Nocciola Piemonte I.G.P. Cravanzana (CN) 25-9-2011.